Sulla corretta pronuncia del nome ci sono diverse versioni, ma questo ha poca importanza. Ciò che mi affascina è che nel comune di Faedis si possa passare in breve dalla pianura a paesaggi montani in cui ritrovarsi immersi nella natura delle Prealpi.
Mentre mi sto godendo il calore della stufa a legna, Giulia mi chiede «Dove andiamo oggi?» per niente intimidita dal freddo pomeriggio di febbraio. Emetto qualche vocalizzo non molto romantico, poco convinto dall’idea di allontanarmi dallo spolert, ma all’improvviso trovo l’ispirazione. «Sulla neve, andiamo sulla neve.»
Nel giro di mezz’ora siamo sul monte Joanes, in tempo per il tramonto.
La luce della golden hour conferisce un’aria misteriosa ai boschi, facendomi fantasticare sulle creature che vi abitano. Alcune betulle cedono il passo ai prati, sui quali la neve si tinge dei rossi del sole.

«È un piccolo assaggio di paradiso», dice Giulia. Le do ragione, mentre sento dentro di me la gratitudine per la pace che oggi vi regna.
Scaliamo un crinale, troppo immersi nella bellezza del paesaggio per curarci della neve che entra nelle scarpe. Ci riempiamo dei colori della natura fino a sentirci parte di essa.

Infine, nell’aria pungente del crepuscolo, ripropongo a Giulia la vecchia battuta per essere felici di tornare a casa: «Chissà se l’orso è da queste parti oggi. E se ci stesse già guardando da un po’?», dico ridacchiando.
Non c’è nulla che metta le ali ai piedi come il pensiero dell’orso. Torniamo a casa e vicino allo spolert felicità e adrenalina si mescolano al profumo delle caldarroste.