Un Eden dietro casa


esplorare il Friuli / martedì, Maggio 1st, 2018

2018. Questo per me è l’anno dell’Erasmus, un periodo di viaggi ed entusiasmo ma anche di addii e mesi di lontananza dai luoghi dove sono cresciuto. Si dice che la distanza faccia osservare il proprio luogo natale, quando vi si torna, con sguardo liberato dalla benda dell’abitudine. Per quanto mi riguarda, a dire la verità, i rari ritorni sono caratterizzati non solo da una vista migliore, ma da una sorprendente attivazione generale dei sensi.
L’odore è la prima cosa che mi colpisce. Ozonica e pungente, l’aria dà quasi la sensazione di essere dissetante come acqua di sorgente, purificata dalle foreste che circondano le valli. Poi arriva la percezione dei suoni, che come un’onda del mare riempiono per un attimo la mente. I rumori e le voci dei lavori in campagna, un cane che ogni tanto abbaia, il canto serale dei merli e il sussurro dei pioppi tremuli. Suoni di casa.
Il tatto è il calore avvolgente dello spolert* d’inverno, o la brezza fresca che si incanala lungo il torrente d’estate. Un brulé, polente e musét*, una frittata con lo sclopít* inebriano le papille gustative. E infine la vista, torniamo alla vista: le immagini che ho nel cuore cercherò di condividerle con foto, disegni e racconti delle esplorazioni del mio Eden dietro casa, del nostro Friuli.

 

*Lo spolert è la stufa a legna dotata di piastra su cui si può cucinare. Tutte le case friulane ne avevano una.

*Polente e musét è un piatto che ogni friulano conosce, si tratta di polenta e cotechino.

*sclopít è il nome di un’erba spontanea commestibile, la Silene vulgaris

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