È una mattina di agosto e mi sveglio con la sensazione di poter trasformare la giornata in un ricordo indimenticabile. Decido che per ventiquattro ore lo studio può aspettare, prendo il telefono e chiamo Giulia. «Buongiorno cucciola, ti ho svegliata? Preparati, sto per venire a prenderti, andiamo in montagna.»
In un paio d’ore raggiungiamo in macchina il rifugio Pelizzo, il punto più alto raggiunto dalla strada asfaltata lungo le pendici del monte Matajur. La forma a piramide del monte sovrasta le Valli del Natisone e la città di Cividale. Ci mettiamo lo zaino in spalla, liberiamo l’entusiasmo e ci incamminiamo lungo il sentiero. Invece di seguire la via principale che va dritta verso la vetta, imbocchiamo una mulattiera che conduce in direzione del versante orientale. Restiamo incantati dalla bellezza della vegetazione, che adorna il paesaggio creando un enorme giardino.
La variabilità botanica che vi si trova fa delle pendici di questo monte uno scrigno prezioso che attira l’interesse degli studiosi della flora delle Prealpi italiane. Si sono contate 619 specie diverse di piante vascolari, tra cui alcune vere rarità. Seguendo il sentiero che incrocia più volte il confine tra Italia e Slovenia si cammina tra gli arbusti di mirtillo. Arrivati in vetta, lo spettacolare paesaggio è reso ancora più incantevole dalla presenza di alcune candide stelle alpine.
La vera sorpresa floristica però ci aspetta nel corso della discesa, quando ci fermiamo per la merenda nei pressi di una malga. Mentre Giulia dispone su di una roccia i panini, attratto da un gruppo di massi solcati dai karrenfeld carsici mi lancio in una piccola esplorazione. All’improvviso mi sfugge un grido di stupore. Giulia mi raggiunge preoccupata. Non sono sicuro di voler sapere cosa le passi per la mente quando le indico una pianta come la ragione di tanta sorpresa. In ogni caso le spiego che è una specie per cui si può a ragione urlare di entusiasmo: è un’affascinante e rara pianta carnivora che vive alle nostre latitudini, la Pinguicula alpina (fai click per leggere la pagina dedicata).
Percorriamo l’ultimo tratto dell’escursione mentre il sole tramonta. La luce radente incendia di colori caldi le praterie montane e tramuta in oro gli steli delle graminacee. Presi dall’entusiasmo ci tuffiamo nel mare di spighe dorate che ci arriva alla cintola e ci lasciamo andare al divenire parte della natura. Giulia inciampa e si rialza ridendo.
Infine, decidiamo di raggiungere il rifugio Pelizzo, dove terminiamo la giornata con una cena resa incredibilmente saporita dall’aria di montagna e dalla soddisfazione di aver esplorato il Matajur.